Agostino Tilotta Acoustic Tour

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17 novembre 2016

asgostino tilottaLive at Alkemist  - Ore 23.00

Agostino Tilotta è la chitarra elettrica di Uzeda e di Bellini. Il 17 novembre 2016 sarà gradito ospite a Taurianova per un live organizzato dell'associazione Mammalucco e Alkemist una serata acoustica, intima e preziosa! Start ore 23.00 - ingresso gratuito.

Agostino Tilotta è la chitarra elettrica di Uzeda e di Bellini. In privato suona la chitarra acustica, da lui definita come la voce intima della sua memoria. Al suono scarno e primitivo dello strumento affida il diario personale di immagini e storie di vita. Sei corde raccontano in itinere arcobaleni e solitudini incontrati nell'universo delle emozioni dove tutto è uno, fluttuante immaginazione in bilico fra illusione e realtà, ognuno nell'intensità della propria percezione, senza parole ne giudizio.

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ACOUSTIC TOUR (date in aggiornamento)

• sab 05/11-Verona - Interzona/Ultima serata al Mag.22
• gio 17/11-Taurianova - Alkemist/Ass.Mammalucco
• ven 18/11-Catanzaro - Gibson Live Music Club 
• sab 19/11-Napoli - Perditempo
• mer 23/11-Terranuova Bracciolini - Quasi Quasi social cafè
• gio 24/11-Terni - Mishima
• ven 25/11-Osio Sopra (BG) - Joe Koala
• sab 26/11-Bologna - Nero Factory


Intervista del 2014 con Emanuela Castorina per Outsiders Webzine

Eccoti con un tuo progetto solista, tu e la tua chitarra, cosa c’è dentro che sentiva la necessità di venire allo scoperto?
“No, no, nessun progetto, nessuna pianificazione promozionale, solo un’occasione di scambiare emozioni con altre persone, attraverso il suono, senza parole né immagini, ognuno nell’intimità della propria Fantasia. Io e la chitarra condividiamo i tempi e gli spazi che vivo, facendo musica ispirata solo da pulsazioni interiori, in assoluta libertà e fuori da canoni di consumismo commerciale. Che avvenga da solo o con altri, in privato o in pubblico, l’essenza è la stessa: l’energia del contenuto plasma il contenitore per un viaggio senza aspettative nella magia dell’incontro.”

Ascoltando i tuoi brani eseguiti dal vivo, spesso chiudevo gli occhi per immaginare dei luoghi, uno su tutti è stato il deserto e in generale la dimensione viaggio.  Mi chiedo se questi brani siano nati mentre eri in viaggio, è in parte così?
“In parte nati da viaggi reali, i brani che hai ascoltato sono essi stessi un viaggio, fisico, metafisico e metaforico. Universi che scivolano dentro altri universi trascinando mondi paralleli dal silenzio al suono. Così, il deserto richiama la solitudine, la paura, la serenità; la pioggia battente sui vetri di una finestra in una buia giornata d’inverno attiva la malinconia, la voglia di far niente, l’inquietudine, la tenerezza. Storie quotidiane raccontate con il suono accessibile a tutti, ognuno al proprio livello di percezione.”

Quante influenze esterne e ascolti musicali si ritrovano nelle tue composizioni?
Ogni influenza percepita da chi ascolta è l’immagine riflessa di ciò che egli cerca. C’è chi cerca un accostamento a un nome del proprio catalogo musicale e c’è chi, come hai fatto tu, crea una sua personale sintonia per ritrovare la dimensione emozionale del suo essere in quel momento. Ciò che mi influenza dall’esterno mi stimola a una maggiore comprensione del mondo; mentre i miei ascolti musicali rendono il mio essere mediterraneo consapevole di un’immensa ricchezza a portata di mano in un’area geografica dove ogni cosa è suono sempre in movimento.”

Il concerto del 4 dicembre 2014 è stato unico o pensi di proporlo anche fuori da Catania?
“Ci sono già stati altri concerti e altri ce ne saranno, ovunque si creino le condizioni ideali per un evento simile basato sulla semplicità nel desiderio di librarsi al suono di una chitarra. Il concerto del 4 dicembre mi è stato chiesto da un amico che stimo al quale ho detto subito di sì. Se me l’avesse chiesto un altro, chissà, magari avrei detto di no…”

Tutti ti conoscono come chitarrista della storica band Uzeda, come cambia l’approccio alla musica quando si suona da solista?
“Suonare da solo basa tutto sulle scelte di uno, suonare in un gruppo impone uno scambio costante su ogni singola scelta. Essere solitario affina un’intimità con il suono del proprio strumento, essere in gruppo allena al confronto e all’interazione con altri strumenti che hanno un suono differente, educando la propria personalità alla comprensione di caratteri e opinioni altrui. Per quanto mi riguarda, le due esperienze sono complementari e coesistono nella stessa energia. Non ho preferenze per l’una o per l’altra, sono soddisfatto quando suono da solo, e appagato dal mio ruolo con Uzeda da 27 anni e con Bellini da 14 anni. Entrambi i gruppi vivono il principio di condivisione che affida al suono il compito di fondere le diversità in una sola entità: riassunta nel nome. Certo, è un principio che richiede tanta pazienza e molto impegno, ma è un’esperienza avvincente e formativa alla quale non rinuncerei per nulla al mondo, e se tale principio virasse un giorno verso vuoti egocentrismi intellettuali sarei il primo ad andarmene.”

A proposito della musica di questi anni, quanto di quello che c’è di nuovo ti piace e/o ti interessa?
“Tutto ciò che suona mi interessa, con grande curiosità e senza pregiudizi, come il suono strano di un condizionatore starato, così la musica di questi anni, molta della quale, nonostante nuova e ben confezionata in sfavillanti contenitori pubblicitari, trovo poco originale e meno interessante del suono strano diffuso da quel condizionatore che sempre più starato, rinnova il suono suo malgrado. Tuttavia, nella personale convinzione che la Musica è la memoria sonica dell’Esistenza in cicli di flussi e riflussi, sono sicuro che il vento degli Ideali riprenderà a soffiare sull’animo umano scivolato un po’ troppo in un’oscura ed egocentrica apatia.”

Con gli Uzeda sei stato molto spesso in USA e avete portato la vostra musica ovunque, ma si torna sempre alla base. Com’è il tuo rapporto con Catania? Anche musicalmente parlando.
“Con Uzeda e con Bellini sono stato in USA, Giappone, Canada, Europa etc etc., sempre partendo da Catania per ritornarci alla fine dei tour, con la stessa normalità con la quale si esce da casa di pomeriggio per rientrare la notte. Pur viaggiando con costanza, non ho mai lasciato questa città, nemmeno quando un trasferimento in USA avrebbe facilitato l’economia quotidiana. Con il mio carattere, se avessi deciso di trasferirmi sarebbe stato per sviluppare altrove il mio futuro e non per fuga. Me ne sarai andato e basta, guardando avanti senza voltarmi né tornare indietro se non per visite occasionali ai parenti. Ero qua quando l’esercito piantonava i crocevia di un centro città semibuio e sono qua adesso che si può bivaccare nelle stesse aree ormai illuminate, sorseggiando una bibita fino al mattino. Il mio rapporto con Catania è una scelta di Vita, e per me vivere significa Sapori, Odori, Luce, Colori e Suono, elementi che seppure non riempiono il portafoglio, sono parte fondamentale e indispensabile del mio esistere.”

Catania continua a sfornare band valide, c’è sempre voglia di creare progetti musicali. Sei attento a quello che di nuovo si produce in città? Cosa ti piace?
“Seguo con attenzione ciò che musicalmente accade dove vivo; Catania ha una storia musicale dalle radici forti e profonde che continuano a crescere diramandosi nelle più disparate direzioni. Ciò che mi piace è la cocciuta tenacia di chi sinceramente cerca la sintesi della propria esistenza originale. Che piaccia o no agli altri è un dettaglio che serve solo a rafforzare la convinzione di voler essere come si vuole e non come vogliono gli altri. Il tartufo, bitorzoluto e brutto, dal profumo tipico, penetrante e persistente, è un alimento raro, ricercato ed estremamente pregiato che non si trova ad ogni angolo di strada. È se stesso, unico ed originale; per trovarne uno ci vuole fatica, esperienza e cani addestrati, e per comprarlo ci vogliono molti soldi.”

Consapevole della tua esperienza, hai mai avuto voglia di dare consigli a chi decide di voler dedicare la propria vita alla musica? Tu ne hai avuti a tua volta quando hai iniziato?
“Uhm… l’esperienza serve solo a rendere consapevole la mia scelta che è e rimane una cosa assolutamente personale, quindi non concedo alla mia esperienza di arrogarsi il diritto o il dovere di dare consigli a chi, se ne ha voglia, può da solo fare un percorso che lo porti a scegliere il proprio destino. A chi mi fa domande do sempre la mia sincera opinione, senza pregiudizi e libera da quei filtri di ipocrisia circostanziale usati da chi, per strategica paura di scoprirsi risponde “ni” piuttosto che si o no. In passato, quando Indigena era un negozio di dischi e strumenti musicali, mi capitava spesso di chiacchierare con ragazzi che ponevano domande sull’argomento, e allora pensando a quanto mi fosse utile ascoltare quelli più esperienti di me, raccontavo di viaggi su furgoni che macinavano motori e chilometri in giro per il mondo, guidando, scaricando, accumulando fatica per raggiungere un palco sul quale esprimere il suono dei propri sentimenti. Da ragazzino mi appassionava ascoltare i musicisti più esperienti, i loro racconti sono stati lezioni gratuite di vita vissuta, regalatemi con fervore ed umiltà. Ricordo ancora un anziano raccontare che da giovane aveva speso 2 ore al giorno per un anno a guardare una chitarra esposta in un negozio. Andava a scuola di mattina, studiava di pomeriggio e lavorava a una pompa di benzina 3 ore la sera, fino a quando un anno dopo la comprò con l’aiuto di suo padre. Raccontava e rideva calcolando il tempo con una matita su un pacchetto di sigarette nazionali senza filtro: “3 ore x 365,6= 1096,8” e si esaltava dicendomi “1097 ore…1097 ore… Capisci?”
L’ho capito solo quando mi è successa una cosa simile, e lo capisco sempre di più ancora adesso quando riaccade.
Quel racconto mi ha insegnato che la costanza è l’infinita autostrada del Tempo; 
Futuro è il Presente che metabolizza il Passato.”

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Collaborazione:
Alkemist

Indirizzo:
Piazza G. Macri - Comune di Taurianova (RC)

foto di Giuseppe Consales, AlexisFleisig, 

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